Ritrovamenti archeologici dimostrano che il territorio di San Martino era già colonizzato fin dall'epoca romana. Il sentiero in pietra che attraversa il parco e lungo la quale si trovano due pilastri, era la via di comunicazione medievale fra Ferrara e Padova, mentre l'edificio del XVI secolo, in stile ferrarese, costituiva il punto di confine fra i territori Estensi e la Serenissima. Per questo motivo, presso i pilastri si era soliti pagare il dazio. Nel 1484 San Martino fu ceduta dagli Estensi alla Repubblica di Venezia, a cui appartenne fino alla caduta avvenuta nel 1797. Nel 1844 e nel 1882 San Martino fu vittima di due rovinose alluvioni dell'Adige. Dopo il passaggio al Regno d'Italia, avvenuto nel 1866, al comune di San Martino fu aggiunta la denominazione di Venezze, che significa; al di fuori dell'acqua, in quanto proprio gli edifici della tenuta erano stati risparmiati dalle alluvioni.

La proprietà, con il complesso della villa e la campagna circostante, era della famiglia Frassetti, dichiarata nobile fin dal 1425 e divenuti Venezze nel 1464. Il castello originario, del 1000 e completamente distrutto nel corso dei secoli, si trovava nella zona privata dove adesso risiede la famiglia. Alcuni degli antichi mattoni sono ancora oggi visibili nelle arcate di base. Nel 1852 Maria Venezze, figlia unica di Francesco Venezze, sposò un Giustiniani di origine Viennese, con proprietà a Padova e a Vanzo. La proprietà di Maria Venezze venne abbandonata, e lasciata ad affittuari e amministratori. Alla morte di Maria, il palazzo di Rovigo fu da lei donato al Comune, per ospitarvi il Conservatorio di musica. La campagna andò a una figlia, anch'essa di nome Maria, sposa di Giusti del Giardino. Morì senza avere avuto figli. Il Giusti si risposò con Giulia Bianchini, e non ebbero figli. Giulia, rimasta vedova, lasciò tutte le proprietà appartenute a Maria Giustiniani, prima moglie di Giusti, e a Girolamo Giustiniani, il quale aveva ben otto figli. Io, Maria Giustiniani, sesta degli otto figli di Girolamo, mi trasferii a Firenze da una mia zia Giucciardini, sorella di mia madre, all'età di sedici anni. Terminati gli studi classici, sposai Mario Del Bono, proprietario della più bella gioielleria sul Ponte Vecchio.

Il restauro

Venni a conoscenza di questa proprietà nel 1968, alla morte di Giulia Giusti, che ne aveva mantenuto l'usufrutto. Mio padre volle occuparsene, cercando di liberare i terreni dagli affittuari, ma non vi riuscì. Ci riuscì mio marito Mario nel 1983. Si innamorò del posto, così tranquillo e lontano dal mondo frenetico. Essendo in pensione, si trasferì qui e incominciò a fare grossi lavori di recupero sia nella campagna che nei fabbricati. Purtroppo, mio fratello Pio, ingegnere come mio marito, e che insieme a lui aveva deciso di recuperare tutti i fabbricati, morì nel 1995. Mario si demoralizzò e, rimasto solo, tornò a Firenze dove morì pochi mesi dopo, investito mentre attraversava le strisce pedonali. Fu una fatalità.

 

 

Io rimasi sola. Venni qui nel settembre del 1995 e non sapevo proprio cosa fare. Molti soldi erano stati spesi per i lavori di ripristino del territorio e dei fabbricati. Ma gli interni erano ancora tutti da fare. I figli mi hanno molto aiutata; ho ripristinato tre appartamenti e la barchessa del 1500, realizzandovi camere, una cucina professionale e alcune sale al pianterreno. Intanto, gli alberi piantati crescevano e il territorio assumeva sempre più l'aspetto di un'oasi. La piscina è stata realizzata per essere disinfettata solo con i sali minerali. Nel 1998 ho potuto iniziare l'attività un poco alla volta. Il lavoro è stato grande e intenso, e l'inizio dell'attività di agriturismo difficile. Ma alla fine il risultato mi ha molto soddisfatta e anche i clienti vedo che apprezzano lo stile unico di un ambiente confortevole che non ha perso il fascino dell'antico palazzo medioevale.

Nel settembre 2014 la Contessa Maria Giustiniani ci ha lasciato. L'attività è adesso gestita dai suoi cinque figli che hanno mantenuto lo stesso spirito di accoglienza verso gli ospiti che era tipico della loro madre.